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Russell Brand: tra comedian e rockstar

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russell brand stand up comedyQuella sottile linea che separa il comedian dalla rockstar.

Una sottile, folle e stilosissima linea di un metro e ottanta (e non poteva essere altro che britannico):

Russell Brand.

Alert: Questa volta sarò leggermente di parte perchè si da il caso che Mr. Brand sia uno dei migliori amici di Noel Gallagher.
E chiunque sia amico di Noel, è amico mio.

La carriera di Russell Brand come stand-up comedian si evolve in maniera opposta rispetto alla maggior parte dei suoi colleghi di palco. Infatti gli inglesi e non solo, lo conoscono da principio come attore e speaker radiofonico ma la stand-up comedy è stata una naturale evoluzione del suo percorso artistico.

Cantante, scrittore, a volte presentatore, attivista in mille forme diverse…uno che non sa stare fermo insomma.

E la sua iperattività è evidente anche negli spettacoli live.

Brand non riesce di fatto a essere quel tipo di comedian che “si pianta e parla”.
Se dispone di ampi spazi li utilizza in tutta la loro metratura.
Cammina su e giù, scende e sale dal palco, gesticola, scalcia come un cavallo, infarcisce la performance di mossette varie e dopo dieci minuti suda come Joe Cocker a Woodstock.

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Per alcuni classicisti della stand-up risulta eccessivamente stravagante. In realtà ha solo la “sventura” di possedere il cipiglio della rockstar bella e dannata: Capelli lunghi, barba incolta, pantaloni di pelle (mi sta venendo caldo…) e chincaglieria varia al collo. Quando lo vedi ti aspetti che imbracci una gibson da un momento all’altro e ci sgarri giù un assolone alla Jimmy Page, invece afferra il microfono e mette in piedi un one man show di tutto rispetto che non ha nulla da invidiare agli stand-up comedian “duri e puri”.

Un punto di forza della sua comicità è senza dubbio la straordinaria padronanza di linguaggio. Ovviamente da buon britannico col “fuck” che gli scorre nelle vene non disdegna il turpiloquio, ma al contempo sa fare uso di un ampio vocabolario che trascina lo spettatore in un vortice di concetti sconvolgentemente rapidi, prolissi e mai ammorbanti. Un vero mago della favella.

Difficile credere che la sua carriera scolastica sia stata un mezzo disastro (Eppure sì, era un discolaccio).

Spesso i monologhi orbitano attorno alla sua vita leggermente sopra le righe. Il fatto di essere un personaggio famoso, l’abuso di droghe, aneddoti di backstage e amicizie prestigiose di cui non perde occasione di fare l’imitazione. Tuttavia non si tratta di uno storytelling fine a se stesso. Attraverso le sue esperienze arriva ad esporre concetti molto più universali che portano lo spettatore a ridere certo ma sopratutto a riflettere sugli assurdi paradossi della nostra società.
Traspare molto nitidamente il suo livore nei confronti della politica britannica, dei mass media e dello show business.

Nel suo ultimo spettacolo Messiah Complex ironizza sul bisogno ossessivo dell’essere umano di avere un punto di riferimento nella vita, spirituale o meno e la facilità con cui oggigiorno siamo portati a mitizzare qualsiasi personaggio trasformandolo in un’icona, chiamando sé stesso a rispondere come prima vittima di questa necessità.

Si sa prendere ampiamente per il culo ma non risparmia neanche gli altri: David Cameron, l’intera House of Parliament, Morrissey e naturalmente il suo amichetto del cuore Noel Gallagher.

Qui di seguito lo spettacolo “Messiah Complex“.

https://www.youtube.com/watch?v=U_E-n0fw99g

Vi do un consiglio. Al minuto 36.00 guardate come gestisce uno di quei fenomeni che si divertono a scassare le palle ai comici durante lo spettacolo.

Scritto da Chiara Avanzo

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