È arrabbiato, è cattivo ed è rosso.
(e non interrompete mai un suo spettacolo o sarete la sua vittima preferita per tutta la serata.)
È Bill Burr.
Bill Burr è uno degli stand-up comedian contemporanei americani che amo di più al mondo. Lo ammetto senza remore. Sta nella mia top five insomma.
Siamo tutti quanti orfani di intoccabili mostri sacri e menti geniali come Hicks o Carlin ma alcuni loro eredi sono altrettanto validi e ritengo che Burr sia uno di questi.
Classe 1968, non solo comedian da palco ma ovviamente anche attore e scrittore, inizia la sua carriera nel 1992 e le sue apparizioni si sprecano tra i vari Letterman e Conan O’Brien, senza contare gli spettacoli da tutto esaurito come “You people are all the same“.
Ciò che mi affascina da matti è la sua straordinaria capacità di analizzare le persone.
Quelli che a noi possono sembrare normalissimi esseri umani che vivono la loro vita tra una famiglia amorevole, un lavoro gratificante e le grigliate del weekend, per lui sono inesauribile motivo di analisi.
Per Bill Burr gli psicolabili sono dietro l’angolo. Lui per primo.
Infatti, lui stesso ammette di trovarsi perennemente sull’orlo di una crisi di nervi.
Spesso tratta temi delicati e controversi esponendo un punto di vista che è decisamente fuori dagli schemi, anche per uno stand-up comedian.
Non a caso viene definito come “il comedian che piace ai comedians“.
Esempio: Parla di violenza domestica e si chiede perchè le donne non si possano picchiare per alcun motivo al mondo.
Non dice che sia giusto usare violenza, ma che un motivo per picchiarle, VOLENDO, c’è.
Potrebbe apparire come un maschilista, violento, bastardo sociopatico, invece riesce a farti entrare in una logicità disarmante.
A mostrare chiaramente ciò che pensa ricreando immagini cristalline. E indovinate un pò?…alla fine gli date pure ragione!
Almeno, io sì.
Non parteggia per niente e per nessuno tranne che per il buon senso. Non si vuole accattivare le simpatie di una minoranza e non abbraccia alcuna ideologia politica. Ride solo di tutti e di sè stesso.
Essendo un fine “analista” del genere umano, porta sul palco ogni tipo di ghiribizzoso personaggio gli sia mai capitato di incontrare (moglie compresa) e grazie a una notevolissima capacità di interpretazione è come se ve lo stesse mettendo proprio davanti agli occhi.
Qualche tempo fa mi è capitato (non è vero, sono andata a cercarlo) di vedere un suo spettacolo di un’oretta circa: “Why do i do this“.
Ci mancava poco che non lacrimassi sangue da quanto mi ha fatto ridere.
Se non lo avete ancora visto, per l’amor di Dio andate a guardarlo. Lo trovate qui sotto per vostra comodità.
(la parte dei muffin è….mioddio.)