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Robin Williams: da Presidente a Tata

Se sarai mai davvero depresso parla con qualcuno e ricorda: il suicidio è una soluzione permanente a dei problemi temporanei. –Robin Williams

Robin Williams stand up comedy italiaSicuramente non sono state queste le ultime parole a cui hai pensato prima di prendere per mano il tuo destino.

Comico statunitense debordante e fulminante e attore intenso, Robin Williams è stato 4 volte candidato all’Oscar, vinto nel 1998 come “migliore attore non protagonista” con “Will Hunting – Genio ribelle”, oltre che vincitore di 6 Golden Globe, di cui uno alla carriera nel 2005. Durante il tour del tuo show “Weapons of Self Destruction”, nel marzo 2009, sei stato colto da un malore e, pochi giorni dopo, hai subito una delicata operazione al cuore.

Nemmeno questo ti ha fermato. Ma quel 11 agosto 2015 è successo qualcosa, è stato raggiunto un limite, non ce l’hai più fatta a sopportare questa vita e te la sei tolta, impiccandoti con una cintura, magari proprio una di quelle che utilizzavi sul palco. Sarà stato che pochi giorni prima avevi scoperto di essere affetto da quella terribile malattia che è il Parkinson, saranno stati i tuoi matrimoni finiti male, perché, come dicevi tu: “Il divorzio è costoso, ti svuota il cuore attraverso il portafoglio”, che ti hanno trascinato sul fondo del vortice della depressione.

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Robin Williams in Good Morning Vietnam

Così sei volato via per sempre, eterno Peter Pan. Ma tutto questo già lo sai. Quello che forse non sai è cosa sei stato, sei e sarai per tutti noi tuoi ammiratori: semplicemente un amico. Un amico che ci ha regalato uno sguardo, una parola, che ci ha strappato un sorriso in tutti quei momenti difficili dell’esistenza che hai conosciuto bene anche tu. Nei nostri cuori rimarranno sempre scolpite le parole dei tuoi mille volti.
Sei stato un talento completo, ricco di sfaccettature, che ha alternato performance esilaranti ad attimi di grande intensità drammatica.

Ipercinetico al limite dell’ansiogeno, con una carica fisica e una mimica facciale unica, divertente fino alle lacrime ma dotato di uno sguardo morfologicamente malinconico. Intenso e trascinante. Re del sorriso, hai fatto piangere tutti facendoci passare attraverso la tua anima genuina. Hai messo in scena un caleidoscopio di registri interpretativi senza mai perdere credibilità ed efficacia. Avevi la capacità di mostrarci le miserie dell’animo umano, il fallimento e la difficoltà personali che toccano ognuno prima o poi.
Perché, alla fine, l’unico compito della commedia è quello di ricordarci che anche Megan Fox scorreggia, e che ogni nostro punto di forza è imprescindibile da ciascun punto di debolezza.

Con il primario obiettivo per ogni battuta di stigmatizzare una paura, rendendola meno dolorosa. Così spesso hai toccato i temi della morte, della perdita, della densa fragilità in cui naviga la psiche umana. Sei stato un pittore dei sentimenti contemporaneo. Turbolento e tormentato ma con un ostinato ottimismo. Hai donato ad ogni personaggio una carica travolgente di enorme umanità, un concentrato intenso di debolezze e fragilità. Ritmi travolgenti con cuciti addosso le tue migliori caratteristiche attoriali: comicità nonsense e fisicità portata all’eccesso. Portento multiforme, un flubber, capace i mutare la sua voce, il suo volto, il suo corpo per offrire al pubblico semplicemente un sorriso in più, ricordandoci che in questo mondo c’è e ci deve essere per forza qualcos’altro.

Da presidente a tata, in un continuo alternarsi tra poesia e gag, con sullo sfondo l’ombra di un’anima nera. Istrionico, ilare, strabordante, sentimentale, la maschera di un clown ribelle con dietro un uomo fragile come molti di noi. Fino all’ultima interpretazione hai custodito quella scintilla di follia, ma ti è sfuggita forse nel momento decisivo. “L’inferno non esiste, il vero inferno è una vita andata storta”, forse questo avrai pensato un attimo prima di toglierti la vita.

Ora, caro Robin, sono sicuro che sei su una stella a ridere di tutti noi e di tutto ciò che è successo, perché, come ci hai ricordato tu: “A volte quando si perde si vince”.

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Scritto da Antonio Sibilia

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